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mercoledì 17 agosto 2022

A TUONAR LA VITA

 

 

Foto di David Glauso

https://www.davidglausophoto.it/ 

 

Tra i tuoi capelli uno in più,

bianco argento a segnare il tempo

passato forse ma mai trascorso.

Anni a confondere albe con ricordi,

tramonti con rimpianti,

profumi con addii.

Ogni tanto apparecchi la tua tavola vuota di “se”,

ti volti a guardare chi hai voluto perdere

e quel treno mai preso.

Rotaie arrugginite da scelte,

corrose da rinunce.

E sa far male ora la luce

che s’arrampica sui profili delle cose,

delle case abbandonate,

degli amori arrotolati.

Tra le mani un numero

di un telefono che non squilla più.

Forse cerchi un nuovo bagliore

ma piovi dolore

in echi di rugiada

e riverberi sempre più bianchi

che azzurrano il tuo volto stanco.

Capelli bianchi a segnare il tempo

passato certo ma mai vissuto,

e quella lacrima di cielo a tuonar la vita.


sabato 5 marzo 2022

SULLA CANDIDA NEVE DI KIEV

 

Foto presa dal web


Piovono bombe sulla candida neve di Kiev,

scende polvere da sparo, coriandoli di sangue,

crepe su case e dentro ai cuori.

Fuoco e fumo a illuminare le macerie,

odore di zolfo e terrore,

esplodono in crepe le piccole vite spezzate.

Piove sangue sulla candida neve di Kiev,

urlano donne, piangono bambini,

nascono nuove vite su macerie di follie armate,

tra muraglie impenetrabili di nebbia

e volti spietati a calpestare i fratelli.

Un uomo che strappa i respiri

di migliaia di esseri umani,

un solo uomo a distruggere il mondo.

Piove follia sulla candida neve di Kiev

e su tutta la terra dell’Ucraina,

scivola dal cielo la fine in rabbia cieca.

Imperdonabile sarà quell’uomo su questa terra.

Imperdonabile sarà quell’uomo oltre questa terra.

 

venerdì 11 febbraio 2022

SULLA SCALA DELL'INFANZIA (AI MIEI NONNI)


 Immagine presa dal web

 

Stanca. Siedo sulla scala dell’infanzia e mi metto in ascolto.

Dietro quelle parole, quei profumi, quei sapori, quegli odori di famiglia e campagna, di nonni ed abbracci si apre il mondo.

Il passato mi investe a raffiche di ricordi.

Così mi vedo in quegli spazi, il loro respiro lento, l’umiltà della fatica, il sudore sulla fronte, il sorriso sulle labbra. E dentro gli occhi il mio amore.

Occhi lucidi sulle scale a farmi piccola per assorbire in loro la vita stessa.

Come ti parlano certi momenti!

Pensati chiusi in una scatola di latta e d’improvviso esplosi in quell’incoscienza che schiuma emozioni agli occhi.

Un ricordo, un profumo, un pensiero.

Fotogrammi che si srotolano a rivedere il film della tua vita, dei primi passi in un mondo ovattato fatto di amore semplice ma vero come il pane fatto in casa.

Siedo sulla scala dell’infanzia e mi metto in ascolto delle loro voci, quelle dei miei nonni, il loro chiamarmi, il loro cercarmi, il loro modo di spiegarmi il mondo e l’onestà nel silenzio.

Dove sono fuggiti quei gesti?

Erano da sempre dentro di me mentre adesso spolvero un disco in vinile che mi ruba altre emozioni.

E così mi perdo nell’istante esatto in cui mi ritrovo.

E quel loro modo di essere, autentici, semplici, pieni di amore, giusti, quel loro conoscere il valore delle cose, l’importanza dei sentimenti, delle parole misurate e del rispetto per tutti… sono state per me lezione di vita.

E quel loro modo di essere scorreva veloce fino ad attraversarmi nel profondo, facendomi afferrare il senso di tutto, lasciando cadere le paure, come chiodi appuntiti su un pavimento antico. Non lo sapevo allora, lo appresi dopo.

In loro vivo ancora amore e protezione.

Quando siedo sulle scale dell’infanzia capisco che tutto è da assaporare, vivere nelle pieghe dei contrasti, da sentire, come corde che vibrano sotto le dita e dentro l’anima, in quel canto silenzioso della natura, in quel nulla povero che ti restituisce la grandezza di un niente al confine del tutto. Forse la vita è un po’ come un carro di fieno sulla strada verso un tramonto d’inverno. Due stagioni diverse che si accostano in controluce.

Chiudo la scatola di latta, macchie di emozioni sui palmi delle mani.

E un cuore rasserenato dalla ricchezza che ho avuto. E che ho.

Siedo sulla scala dell’infanzia e mi metto in ascolto di me stessa.

E lo scrivo perché tutto questo sia un po’ parte di chi passa, legge e va.

 

11/02/2022              Stefania Lastoria