Poesia ispirata alla foto di Gaia Maria Franciosi
Le parole oltre i vetri
fessuravano il senso
e in onde di tempesta
rubavano gioia
in quel tempo genuflesso al domani
che si stava allontanando.
Mancavano il ritmo di quel ritrovarsi
in un’attesa che sapeva di rabbia,
di un algoritmo passante e cieco,
sordo ai contenuti.
Rimangono parole dietro i vetri,
parole distorte o forti
che a volte cullano e a volte fanno male.
Lasciamo che sia muto il suono che verrà.