Poesia ispirata alla foto di Adolfo Valente
Chiedevo solo il
mio spazio,
quella libertà
rauca di tempo
e salmodie di affetto
che credevo
solo una famiglia
potesse dare.
Ha urlato la gola
sanguinante di giustizia
e loro hanno
mietuto il sole
nei sentieri
sparsi al cielo.
Chiedevo solo
luce
come petalo
schiuso dall'estate
e sempre scordato
nella cornice di
un ricordo
in cui un sorriso
potesse valere
per sempre.
E piovono i
silenzi screziati di assenze
quando al buio
slaccio i lampi
e libero i tuoni
che di me hanno
la voce
e libero la
pioggia
che di me ha il
sapore del pianto.
A volte, anche le richieste più legittime e i bisogni essenziali dell'animo sono, meschinamente, messi da parte da chi ci sta di fronte. E non solo nei sentimenti, ma anche nella sete di giustizia e correttezza, come dalle tue preziose parole, compagna di compleanno.
RispondiEliminaUn sorriso per una serena continuazione.
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