Poesia ispirata alla foto di Adolfo Valente
Oggi scrivo di te che sei triste
senza un’apparente ragione a far ragionare l’anima,
in quei giorni in cui la pioggia ti bagna dentro
e avresti voglia solo di calore e coccole.
Scrivo di te e di questa paura di non trovarci
se non nel fiato di mille parole
ad appannare il vetro che ci
separa.
Di quei mille viaggi guardati ma temuti
e di una stazione in cui i treni sono vento
a smuovere come foglie i tuoi pensieri.
Rimangono lì
e tu a guardare la loro attesa con occhi lucidi
finché si chiudono le porte e riprendono il loro cammino.
Ancora vento a smuovere rimorsi
e poi quel binario solitario
senza più arrivi né partenze, per un giorno ancora.
Rimani lì, con mani vuote di carezze
e cerchi senza saperlo, di fermare il tempo.
Un rintocco di campana e poi il silenzio
in questo giorno in cui io, ora, scrivo di te
perché non sia peso solitario quella malinconia
che ha preso il posto di mille carezze che non posso darti
e che non puoi ricevere.
Rimane quel vetro appannato
di mille parole dette e sussurrate
ad annebbiar la vita.
l'intima bellezza di un cuore che accompagna il silenzio delle parole non dette, viaggi sussurrati fra carezze di vita, nostalgie lontane fra quei tanti ieri da stringere nella poesia dei sogni.
RispondiEliminaIl tuo cuore scrive bellezza nell'eco di un tempo che ama l'innocenza dell'amore tra fiabe di poesia, raccogliendo speranze lasciate all'uscio di una vita diversa.
D'infinita bellezza questa tua lirica dalle grandi emozioni! Bravissima!
Bellissima, la modella, compagna di compleanno. Ho un debole per i caschetti neri...
RispondiEliminaLa tristezza, racchiusa dentro la tua prosa, è struggente. Eppure, la vena romantica, riesce a limare la mancanza espressa. In fondo, lo sguardo è rivolto a una finestra illuminata dai raggi di un sole piacevole.
Un sorriso per la nuova settimana.
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