Foto di Adolfo Valente
Il fiato a scrivere sui vetri
parole mai esistite,
aiuti in onde fragili di tempesta
snocciolati come rosari
nell’umido silenzio della sera
che si volge a notte.
Il fiato a scrivere sui vetri
pensieri e poesie
incorniciati in vuoti
da salvare a mani aperte
o in pugni chiusi,
quando il mondo scivola
sul fianco di piccole esistenze.
Poi ridestarsi nel vento caldo di notte
a trattenere la morsa stanca
e mai vinta di vita,
nel lento andare di ore,
stanco ritmo di giorni
stremato d’aria
in sorsi d’anima.
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