Poesia ispirata alla foto di Marco Barchesi
Ho indossato mille maschere nella vita,
ho recitato ruoli che altri avevano scritto per me,
luci ad illuminare il palcoscenico dell’anima
e poltrone rosse di velluto ad applaudirmi,
sole, vuote, fredde.
Musica di scena e copione srotolato con abile maestria,
un camerino in cui lo specchio riflette
un’altra me, trucco e cerone sulla pelle.
Filtri illusori o illusioni filtrate.
E ora, ora che questa maschera mi osserva,
ci parlo, la sfioro e guardo occhi vuoti.
Battute dimenticate, dalla platea di velluto rosso
il brusio del silenzio mi esorta a continuare.
Scivola la maschera dal volto,
mille pezzi di me sul palcoscenico di una vita recitata.
Chiudete quel sipario ora,
non voglio più maschere da indossare,
calpesterò quei cocci
e tornerò a me.
eccellente poesia che ben si sposa con questa originale immagine. Metafore poetiche di grande impatto emotivo fermano apostrofi di parole sui chiaroscuri del cuore.
RispondiEliminaBravissima Stefy! (:-))
Quello delle maschere è argomento controverso e difficile, specie per chi le indossa, nella sua vita. Tu lo affronti con stile e capacità che ti sono consoni, compagna di compleanno.
RispondiEliminaUn sorriso per la giornata.
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