Poesia ispirata alla foto di Adolfo Valente
Ho giocato dentro un destino,
ho guardato ogni giorno nei tuoi
occhi,
alla pioggia ho chiesto lacrime che
non avevo più
finché una notte ho svegliato il
mio sogno nel sogno.
Dov’eri quando ho baciato il tuo
nome sulle tue labbra
e di brina l’ho scritto nel nostro
cielo?
Quando ti chiamavo nell’anima
e neanche il cuore si voltava a
guardarmi.
Dov’eri quando di parole hai
abbracciato la mia vita
e di racconti l’hai intrecciata
alla tua?
Chi eri quando guardandomi negli
occhi
hai inventato bugie di nuvole e
arcobaleni?
E ora che srotolo domande mute mi
chiedo
chi sono io, oggi, e chi sarò
domani
quando lancerò al vento ogni parola
detta,
finta, urlata, silente,
ogni parola usata a dipingere un
altro mondo
che mai sarà il mio.
Chi siamo? Ma, soprattutto, chi eravamo?
RispondiEliminaGiustissimo: perchè quello che siamo è sempre la somma delle parti. Ci saranno urla e silenzi, come i tuoi versi ricordano, ma anche arcobaleni, compagna di compleanno.
Un sorriso per la giornata.
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