Poesia ispirata alla foto di Marco Maria D'Ottavi
Ho atteso ogni ora, ogni giorno
luce e buio ad indicarmi il tempo
che rastrella il respiro ad ogni alba
e soffoca il fiato nei tramonti.
Quanto male fa l’attesa?
Ho aspettato notti di stelle
e conchiglie di speranze attorno al mio mare,
sulla rotonda della vita.
Ho atteso treni mai arrivati
e mani, le tue, a stringere il mio corpo
che aveva il sapore di lago e luna,
ho scritto parole, le ho spedite, le ho gridate
e mi sono ricadute addosso come lame di silenzi.
Quanto male fa l’attesa?
Fa male fino all’ultima goccia di sale
che sull’anima si è fermata,
fino a tutti i miei sogni
andati alla deriva nel mare della vita.
la malinconia di un amore che svanisce nelle platee della vita, il silenzio delle parole non dette, le speranze di un tempo avvolto a crisalidi di silenzio, fra quelle attese che sanno di poesia e vita, speranza e amore.
RispondiEliminaBravissima Stefy, un'altra opera d'immensa bellezza! (:-)))
Ne fa tanto di male, davvero. E, sapientemente, hai trasmesso questa emozione decantandola nella tua prosa, compagna di compleanno. L'amore finito, le pene per un sentimento non corrisposto: siamo così umani, così fragili...
RispondiEliminaUn augurio per una serena continuazione di 2016.
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