Poesia ispirata alla foto di Daniele Butera
Posò la sua mano non più giovane
sui tasti bianchi e neri di una fisarmonica.
Si fermò ad osservare quella pelle
sulla quale il tempo aveva inciso solchi e rughe
a disegnare un destino.
Spazi in cui si erano sedimentate le emozioni,
le gioie, i dolori, i ricordi
e la paura di quella fine
che sembrava sempre più imminente.
Spostò una ciocca di capelli bianchi
e cominciò a suonare.
Per la prima volta dopo un tempo così lungo
da chiamarsi eternità.
E ad ogni suono ritrovò un’emozione,
ogni tasto coincideva con un sogno
mancato o afferrato nel tempo.
Suonò tutta la colonna sonora della sua vita
mentre una lacrima scese ad irrigare
i solchi aridi di quel destino tanto temuto.
E fu esplosione di musica.
E fu implosione di emozioni.
sui tasti bianchi e neri di una fisarmonica.
Si fermò ad osservare quella pelle
sulla quale il tempo aveva inciso solchi e rughe
a disegnare un destino.
Spazi in cui si erano sedimentate le emozioni,
le gioie, i dolori, i ricordi
e la paura di quella fine
che sembrava sempre più imminente.
Spostò una ciocca di capelli bianchi
e cominciò a suonare.
Per la prima volta dopo un tempo così lungo
da chiamarsi eternità.
E ad ogni suono ritrovò un’emozione,
ogni tasto coincideva con un sogno
mancato o afferrato nel tempo.
Suonò tutta la colonna sonora della sua vita
mentre una lacrima scese ad irrigare
i solchi aridi di quel destino tanto temuto.
E fu esplosione di musica.
E fu implosione di emozioni.
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