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venerdì 13 gennaio 2012

A ZIO MARIO


Foto di Armela Vassa


Ci sono vite che scorrono
nel freddo di un costante inverno.
Neve nelle vene e vento gelido nel cuore,
emozioni imbavagliate da perdite premature,
dolori lancinanti che continuano a gridare muti
mentre il mondo scorre
e senza di loro avanza.
Ci sono vite che hanno i brividi nell’anima,
che si guardano attorno smarrite
e vorrebbero tornare indietro
per riprendere quel treno non preso,
per fare scelte diverse,
per allungare una mano ed evitare un’altra assenza.
Ennesimo vuoto incolmabile.
Quando la vita ti presenta il conto e tu sei lì
ad accatastare immagini bagnate di lacrime.
E tu zio sei andato via così.
Con questi vuoti
che avrei voluto colmare con il mio amore,
con quell’inverno
che avrei voluto trasformare in eterna primavera.
Ora mi piace immaginarti accanto a me,
mano nella mano a raccogliere fiori appena sbocciati,
a parlare di quella vita che ti ha voltato le spalle
e rincorrerla, noi più veloci di lei.
Ci saranno forse altre primavere per chi crede
ma sapevamo entrambi che la vita è una sola.
E che dopo la morte non ci aspettano nuove stagioni.
E allora ti lascio questi versi
e mi porto dietro il tuo ricordo
nei campi profumati dai fiori e accecati dal sole.
Te la racconterò io la vita che ti è sfuggita
e tu l’ascolterai in quella forma di comunicazione
che era solo nostra
e che si chiama amore.


Dedicata a mio zio Mario (26/03/2011)

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