Foto di Luigi Benedetti
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Ci sono parole, parole che non ho mai detto, frasi che non ho mai scritto perché mi evocano sensazioni che temo, emozioni che mi soffocano, ricordi di scene mai vissute.
Non le ho mai pronunciate neanche nel silenzio della mia mente, nel buio dei miei pensieri, nella quiete ovattata della mia voce spenta.
Muta, a difendere quella fragilità emotiva che è limite e ricchezza al tempo stesso.
Le ho raccolte quelle parole e le ho incartate con cura, avvolte in sottili fogli di malinconia.
Le ho custodite in un angolo segreto della mia anima, dove nessuno mai poteva arrivare.
Giacciono lì, solitarie e infreddolite aspettando che il suono di una voce dia loro vita.
E adesso, adesso che ci sei tu, ho cominciato a scartarle lentamente.
Piano, per non farle rompere e perderle per sempre, per non farle morire prima di averle vissute.
Le ho tenute a lungo nel palmo della mia mano, le ho osservate con curiosità e timore, ho soffiato su di loro aliti di vita e venti di speranza.Poi le hai prese dalle mie mani e le hai tenute tra le tue.
Ti ho visto lanciarle verso il cielo e chiamarle una ad una.
Come farfalle le ho osservate volteggiare attorno a me, finalmente vive, libere per la prima volta di appartenermi.
E su di me si sono posate, avvinte e sedotte dal mio richiamo.
C’erano parole, parole che non avevo mai pronunciato prima di te.
Non le ho mai pronunciate neanche nel silenzio della mia mente, nel buio dei miei pensieri, nella quiete ovattata della mia voce spenta.
Muta, a difendere quella fragilità emotiva che è limite e ricchezza al tempo stesso.
Le ho raccolte quelle parole e le ho incartate con cura, avvolte in sottili fogli di malinconia.
Le ho custodite in un angolo segreto della mia anima, dove nessuno mai poteva arrivare.
Giacciono lì, solitarie e infreddolite aspettando che il suono di una voce dia loro vita.
E adesso, adesso che ci sei tu, ho cominciato a scartarle lentamente.
Piano, per non farle rompere e perderle per sempre, per non farle morire prima di averle vissute.
Le ho tenute a lungo nel palmo della mia mano, le ho osservate con curiosità e timore, ho soffiato su di loro aliti di vita e venti di speranza.Poi le hai prese dalle mie mani e le hai tenute tra le tue.
Ti ho visto lanciarle verso il cielo e chiamarle una ad una.
Come farfalle le ho osservate volteggiare attorno a me, finalmente vive, libere per la prima volta di appartenermi.
E su di me si sono posate, avvinte e sedotte dal mio richiamo.
C’erano parole, parole che non avevo mai pronunciato prima di te.
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