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mercoledì 11 gennaio 2012

SOFIA



Cadeva lenta la neve, vorticava leggiadra in una dolce danza prima di adagiarsi sul soffice manto bianco.
Sofia rimase incantata a vedere i luoghi della sua infanzia coperti di candidi e soffici fiocchi.
Non si scorgevano più le strade e i sentieri che tante volte aveva percorso correndo a piedi o in bicicletta con le sue compagne di gioco.
Allungò una mano a catturare qualche fiocco di neve che subito, al tepore della sua pelle, si sciolse come lacrima.
Anche Sofia ricacciò indietro gocce di nostalgia.
Rivedeva se stessa bambina, i sogni, l’allegria, la spensieratezza e quel futuro così lontano ma così bello da immaginare. Un futuro così diverso dal presente che la soffocava.
Qualcuno le disse che i ponti si costruiscono con il materiale che si ha a disposizione e lei ci aveva messo tutta se stessa nell’edificare il suo ponte verso l’indipendenza e la serenità.
Poi un bel giorno quel ponte crollò, pilastro dopo pilastro si adagiò a terra frantumandosi sui suoi sogni.
A piedi e sola camminò su quelle macerie fino ad arrivare alle sue origini e da lì ricominciare.
Non credeva fosse così difficile assorbire certe immagini e certe sensazioni. Ora, davanti a quelle montagne innevate che precludevano la vista all’orizzonte, tutto sembrava più faticoso.
La neve cadeva insieme ai ricordi, copiosa e fredda.
Con quale materiale avrebbe potuto ricostruire il suo ponte?
Aveva mani vuote e tremanti, aperte a raccogliere neve e ricordi.
Nient’altro che questo e le sembrava così poco!
Così decise di mettersi in cammino lungo quei sentieri di cui non si scorgevano neanche più i margini.
Sprofondò al primo passo in quel mare bianco e lucente, un passo dopo l’altro e poi ancora un altro finché si accorse di essere arrivata alla vecchia casa lungo il fiume.
Sentì le lacrime carezzarle le folte ciglia e improvvisamente si voltò.
Vide le orme dei suoi passi incise sulla neve e sorrise sentendosi più leggera.
Guardò il fiume ghiacciato e quella casa abbandonata mentre il sole fece timidamente capolino tra le montagne.
Attorno a lei solo silenzio. Nessuno a violare quei luoghi che appartenevano al suo passato e ora al suo presente.
Quella casa sembrava aspettarla da sempre. Una persiana si aprì e si richiuse rumorosamente sospinta dal vento gelido.
Le sembrò un segno del destino.
Sofia alzò il volto rigato di lacrime al cielo. Sorrise.
Le mani aperte a raccogliere neve e ricordi.

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